Le norme che regolano la cannabis terapeutica in Italia
Con decreto ministeriale 23/01/2013 si è ufficializzato in Italia l'uso della cannabis a scopo terapeutico, inserendola in Tabella II, sezione B, tra i medicinali stupefacenti di origine vegetale. Del genere cannabis esistono 3 varietà, la Sativa, la Indica e la Ruderalis. Le prime due sono quelle di maggiore interesse a livello farmaceutico per il più alto tenore di cannabinoidi (cnb), ovvero le molecole attive a livello fisiologico.
La var. Sativa presenta un maggior contenuto di Thc ad effetto psicotropo, per questo presenta un effetto "High" cioè uno spiccato effetto psicoattivo.
La varietà Indica presenta invece un titolo maggiore in Cbd, più efficace a livello terapeutico centrale (effetto "stone"). Le farmacie italiane possono attualmente approvvigionarsi di 4 strain di inflorescenze femminili di cannabis (Bedrocan©, Bediol©, Bedrobinol© e Bedica©) ciascuna avente titoli differenti di Thc e Cbd.
Cannabis e legge di Bella
Attualmente qualsiasi medico può prescrivere la cannabis seguendo la legge 94/98 (Di Bella) per qualunque indicazione terapeutica purché esista sufficiente letteratura scientifica a supporto. La ricetta prevista sarà in regime non ripetibile e avrà una durata di 30 giorni. All'interno della stessa il paziente verrà individuato solo con un codice alfanumerico e la posologia può non essere esplicitata anche se è consigliata. Obbligatoria è invece l'indicazione del titolo in Thc nonostante le preparazioni attualmente previste per la cannabis, spesso preparate a livello casalingo, possono non garantire un elevato livello di standardardizzazione. È il caso ad esempio del decotto. Nonostante ci sia un protocollo validato per la sua preparazione, l'acqua è un pessimo solvente per i cnb che sono invece lipofili per cui il risultato finale sarà un preparato non standardizzato in Thc e scarso in cnb. Migliore sarebbe utilizzare come solvente il latte ma anche l'aggiunta di un velo di burro sulle pareti del recipiente consente di ottenere un soluzione più ricca in cnb e più stabile nel tempo (conservabile in frigo per 5 giorni).
Il vaporizzatore offre invece un preciso standard di Thc. Nonostante la prima evaporazione del Thc sia a 140°C si consigliano temperature di esercizio di 210°C per garantire la completa vaporizzazione di tutti i cnb. Attualmente è stato validato un protocollo estrapolato dalla pubblicazione di Romano e Hazekamp (2013) per estrarre l'olio di cannabis, effettuando una digestione della droga in olio di oliva F.U. e una successiva filtrazione con spremitura. Viene garantito un titolo preciso in Thc e in generale una migliore estrazione di cnb. Il medico potrà prescrivere tale estratto esplicitando su ricetta il riferimento bibliografico suddetto.
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