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Ayahuasca: il rito sciamanico che ha ucciso il barista Alex Marangon?

Aggiornamento: 7 ago

Notizia degli ultimi giorni che ha sconvolto l'opinione pubblica é la morte di un giovane barista di Treviso, Alex Marangon, si presume a causa dell'assunzione di Ayahuasca, una bevanda assunta da milleni all'interno dei riti sciamanici in Amazzonia.


A questo proposito ripropongo un articolo da me scritto su Farmacista33 del 2 marzo 2017:


Cominciamo col dire che esistono, è vero, dei rimedi detti alternativi e complementari che comprendono tra l'altro anche i fitoterapici e gli omeopatici. Medesima classificazione non può però essere fatta per gli stupefacenti. Uno stupefacente si può definire tale solo se compare in un'apposita tabella ministeriale, indipendentemente sia sostanza chimica o droga vegetale. Fatta questa premessa confermo che i dati sono davvero allarmanti. A seguito di una generale tendenza al rialzo tra il 1995 e il 2003, la diffusione del consumo di droghe illecite è sostanzialmente stabile, rimanendo tuttavia su livelli molto elevati, con 10 Paesi che superano il 25% nella popolazione giovanile, tra cui l'Italia (28%). Molto diffuse tra i giovani sono le nuove sostanze psicoattive di origine chimica, tra cui i cannabinoidi sintetici, i catinoni sintetici, le fenetilamine, la ketamina e i suoi analoghi, le piperazine. C'è la tendenza da parte di un mercato illegale in espansione, di sintetizzare sempre nuovi derivati chimici, le famose droghe fantasma, usando come precursori le droghe già diventate illegali.


Cambiando loro anche una semplice parte di molecola, il gioco è fatto, si ottiene una nuova droga, magari più tossica della precedente, ma legale perché non catalogata come stupefacente. Inoltre si stanno registrando tra i giovani, diversi casi di intossicazione dovuti all'uso di allucinogeni vegetali come la Belladonna o lo Stramonio. Fumate o bevute queste piante possono causare stati confusionali fino a ipertermia, allucinazioni, coma e arresto respiratorio nel peggiore dei casi. Sono diventate tristemente famose nel Medioevo ed etichettate come "piante dannate" in quanto utilizzate nei rituali di stregoneria e magia nera. Tutt'altra questione è invece quella che interessa i funghi o le bevande allucinogene usate tradizionalmente nei riti magico-terapeutici degli sciamani. Forse il più famoso tra questi riti è quello dell'Ayahuasca, che si basa sulla preparazione una bevanda tipica del bacino del Rio delle Amazzoni, composta dalla porzione lignificata e polverizzata delle liane di Banisteriopsis caapi (foto) e dalle foglie di Psychotria viridis.



La corteccia di B. caapi fornisce le beta-carboline come armalina e armina, che sono inibitori reversibili della monoamino-ossidasi A (MAO-A). Le foglie dell'altra pianta (Psychotria viridis) sono necessarie invece per gli effetti psicoattivi di Ayahuasca, e contengono le triptamine ad effetto allucinogeno, la N, N-dimetiltriptamina (DMT) e la 5-MeO-DMT.


Sia DMT che 5-MeO-DMT sono inattivate dall'enzima MAO-A, fisiologicamente presente nel nostro organismo, ed è stato confermato che entrambe sono invece attive per via orale, solo quando somministrate in combinazione.


La 5-MeO-DMT è un potente allucinogeno ad azione rapida e di breve durata. Esso è il principio attivo del veleno di alcuni rospi del fiume Colorado (Bufo alvarius), e rappresenta il 15% del peso secco delle ghiandole parotidi e tibiale. Inoltre la 5-MeO-DMT può essere sintetizzata nella ghiandola pineale umana e nella retina, ed è stato identificato in fluidi corporei umani compresi urina, sangue e liquido cerebrospinale. La 5-MeO-DMT ha alta affinità per il recettore della serotonina 5-HT1A ma anche per quello sigma-1, ed è da 4 a 10 volte più potente della DMT nell'essere umano.


Nonostante questi dati, in Italia paradossalmente la DMT è inserita nella tabella I dell'elenco delle sostanze stupefacenti, mentre la più attiva 5-MeO-DMT, non lo è. Un altro esempio di "droga fantasma". Anche le piante usate per l'Ayahuasca non sono incluse in alcun elenco di sostanze vietate. L'Ayahuasca è stata dichiarata sostanza non narcotica con due sentenze della Corte di Cassazione.

Rimane tuttavia il problema dell'appropriato contesto d'uso e della sostanziale sicurezza dell'assunzione di Ayahuasca e di tutte le droghe allucinogene tradizionali. Malgrado la segnalazione di qualche caso di reazione avversa, una sola di queste è stata fatale, l'Ayahuasca non desta serie preoccupazioni di natura tossicologica anzi sembrerebbe al vaglio degli studiosi per un suo potenziale terapeutico.


Deve essere comunque evidenziato come questa sicurezza sia nettamente maggiore all'interno di contesti tradizionali, rituali e religiosi, rispetto agli altri tipi di contesti di natura voluttuaria."














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